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Colombia: in memoria di
MONS. LIVIO REGINALDO FISCHIONE
(Tornimparte 15 aprile 1925 – Cartagena 10 giugno 2009)
Pubblichiamo la lettera del nostro Padre Provinciale, Domenico del Signore, inviata ai frati della Provincia monastica de L’Aquila. Apprezziamo molto le parole del Provinciale che ha saputo cogliere gli aspetti principali della figura di Mons. Livio Reginaldo Fischione. Noi come devoti di S. Giuseppe lo ricordiamo in particolare perchè ha fatto conoscere il nostro Santo in Colombia dedicando una chiesa di Cartagena a S. Giuseppe da Leonessa. Tutti i lettori di “Leonessa e il suo Santo” conoscono bene la generosità dei devoti del Santo che hanno contribuito prima all’edificazione della chiesa materiale, poi alla Chiesa di Cartagena, popolo di Dio. L’8 dicembre del 1998 fu inaugurato l’edificio ed era presente anche Padre Mauro che per anni sensibilizzò i fedeli ad essere generosi ed ancora oggi raccogliamo i frutti del suo appello. Ringraziamo il Signore che ci ha donato questo vescovo missionario che è stato un grande evangelizzatore nella povera terra di Guajira.
Dati biografici
Cari fratelli,
dal giorno 11 giugno 2009 le spoglie mortali di Mons. Livio Reginaldo Fischione riposano nella cattedrale di Nuestra Señora de los Remedios de Riohacha – Guajira (Colombia).
P. Marcello Graziosi che si è recato in Colombia per questa circostanza mi ha riportato il suo anello e la croce pettorale. L’anello nella sua semplicità mi ha richiamato alla mente le fedi di quegli sposi a cui era stato carpito l’oro per il bene della patria e la croce di metallo tagliato e limato a mano mi è sembrata più bella di quelle lavorate dall’artista Nicola da Guardiagrele. Questi segni mi hanno indotto a riflettere sul significato di vescovo-missionario quasi a farmi temerariamente pensare che la qualifica di missionario aggiungesse una qualche differenza sostanziale al sacerdozio ministeriale.
Mons. Livio è partito missionario dall’anno 1951 ad appena un anno dalla sua ordinazione presbiterale.
Chiesa San.Giuseppe da Leonessa a Cartagena
Quale tempra di missionario fosse lo si può comprendere da quello che scriveva nell’anno 2001 e che rivela – tra l’altro - l’assimilazione dello spirito del Vaticano II: “Tutti gli incontri e seminari sulle Missioni del post concilio, mettevano in rilievo il semen verbi presente in tutte le culture, correggendo come eccessiva o mal interpretata l’espressione extra Ecclesia nulla salus. Questo suo immedesimarsi nelle situazioni, gli permetteva di intuire la presenza e l’azione dello Spirito ben oltre gli steccati delle istituzioni, tanto da fargli affermare: “Se dedicassimo l’ottanta per cento della nostra pastorale alla protezione della famiglia e il venti per cento alle altre attività, cambierebbe il futuro del mondo. La solennità delle grandi cattedrali ci ha fatto dimenticare la piccola chiesa domestica della famiglia”. Certamente la famiglia di origine ha favorito la sua vocazione religiosa, sacerdotale e missionaria.
Cartagena, 8 dicembre 1998, giorno della consacrazione della chiesa San Giuseppe da Leonessa. Mons. Carlos José Ruiseco Vieira, arcivescovo di Cartagena, celebra l’Eucarestia con il parroco della chiesa P. Richar, P. Pio, P. Mauro Coppari e Mons. Livio Fischione
Mons. Carlos José Ruiseco ha colto nel segno quando nell’orazione funebre ha detto: “Su madre Angela y la Orden Capuchina fueron los dos amores que le orientaron la vida”. Dai suoi genitori ereditò la fede, ma anche l’intelligenza e lo spirito d’iniziativa.
Dall’ordine cappuccino – sua famiglia di acquisizione – ha trovato il modo di esprimere le sue ricche doti di umanità e la forza di affrontare momenti che lui con termine guayù chiamava capures: difficili.
Mons. Fischione e i confratelli missionari erano avvezzi alle difficoltà. “Forse perchè – è mons. Fischione a dirlo – le sofferenze dell’ultima guerra, che quasi tutti avevamo vissute, ci accumunarono alle sofferenze della gente guajira”. La provenienza da famiglie temprate da sani principi ma anche dalle fatiche e dalle avversità, ha prodotto dei missionari non con la testa fra le nuvole e nemmeno così politicizzati da dimenticare il regno dei cieli.
Mons. Livio faceva parte di quel drappello di missionari che evangelizzano, catechizzano e santificano ma che s’impegnano a promuovere lo sviluppo, l’educazione e la promozione umana e cristiana.
Semplice il piano pastorale di Mons. Livio Reginaldo Fischione. Lo riassumeva in tre parole:
presenza, testimonianza, annuncio
.
Quando cessò di essere Vicario apostolico perché quella chiesa locale era diventata diocesi e lui per le leggi colombiane non poteva essere vescovo residenziale, mi meravigliai non poco della sua scelta di tornare in Colombia dopo una breve permanenza in Italia. Ora ho capito: una presenza non è efficace e non si traduce in testimonianza se non è continua e duratura nel tempo. 58 anni di vita missionaria sono più eloquenti di un trattato di missiologia.
Se si fosse ritirato allo scadere del suo mandato, si sarebbe potuto dire: ha svolto il suo lavoro ed è tornato a casa. Ma, facendo seguire all’esperienza della cattedra vescovile di Riohacha la permanenza nella Casa de Acojida de Alejandria ha fatto rivivere nel concreto il titolo che ha contraddistinto la sua nomina vescovile: vescovo titolare di aquae de Bisacena che lui interpretava “episcopus aquaensis”. Quel ruscello nei dintorni di Cartagena ha tradotto in forma incarnata il messaggio lasciato in eredità da Mons. Fischione: il potere dato da Dio di battezzare con acqua e Spirito e la capacità di servirsi di sorella acqua per provvedere alle necessità degli indios condividendo con loro l’habitat, il pane e l’acqua in povertà, semplicità e letizia.
Inscindibile dalla sua figura la storia del telaio più lunga nel tempo della tela di Penelope. Veniva da chiedersi: ma un vescovo perché impiega il suo tempo nella progettazione di un telaio meccanico? La risposta l’ho trovata solo adesso in occasione delle sue esequie. Scrive il signor Alvaro J. Romero Effer: “Si preoccupò sempre delle sorti degli indigeni Wayuu. Vedeva le donne Wayuu impegnate per tre o quattro mesi a tessere un solo chinchorro e per venire loro incontro ideò un telaio meccanico capace di fabbricare tre o quattro chinchorros in una sola giornata! Avrà pensato Mons. Fischione al duro lavoro delle nonne e delle mamme della sua terra d’Abruzzo e, a suo modo, ha contribuito alla promozione della donna anche in terra guajira. Dotato di spiccato senso pratico, Monsignore intuiva che questo era un modo di aiutare non solo le mamme ma anche i loro figli assistiti nelle strutture di Aremasain e di Nazaret.
Caro Mons. Livio, ora che ti sei ricongiunto ai tuoi cari, a papà Giuseppe, a mamma Angela e a tuo fratello Fiore, vogliamo affidarti a Colei che è nostra Madre comune: Maria. Tu, aiutato dall’interpretazione che hanno dato alcuni padri della chiesa, nel discorso dell’8 dicembre 1979 ai piedi della stele dell’Immacolata che tuttora veglia sul piazzale prospiciente il convento di s. Chiara distrutto dal terremoto del 6 aprile u.s. traducevi la frase biblica “Mulier circundabit virum” con l’espressione: il seno di Maria ha racchiuso Colui che né la terra né il mare possono contenere. Colei che ha accolto la salvezza ora ti accolga e ti presenti al suo Figlio e tu incoraggiato da Maria dì al tuo Signore: “Ho fatto conoscere il tuo nome sulla terra, ora accoglimi nel tuo Regno di giustizia e di pace”.
Ai confratelli e a tutte le persone che ti hanno voluto bene, alle persone a cui eri legato da vincoli di sincera e forte amicizia, alle persone buone che ti hanno assistito specialmente negli ultimi anni della tua esistenza, impartisci dal cielo ancora una volta la tua benedizione.
Giulianova, 28.06.2009
fr. Domenico Del Signore
Ministro Provinciale OFMCap
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Dati Biografici
Mons. Fischione nacque a Tornimparte (Italia) il 15 aprile 1925.
Fece i suoi studi di scuola secondaria nei seminari serafici dei frati cappuccini di Abruzzo (Italia) di Sulmona e Vasto.
Poi filosofia a Giulianova (Italia) nel 1943-1946, e teologia a L’Aquila (Italia) nel 1946-1950).
Ricevette l’ordinazione sacerdotale a L’Aquila (Italia) il 19 febbraio 1950. Per il suo ministero sacerdotale giunse alla missione della Guajira il 29 novembre 1951. Fu Vicario cooperatore di Maicao nel 1952. Fra gli altri incarichi ebbe quello di direttore dell’Internato indigeno di Aremasain (1953-1954 e 1966); di direttore dell’Internato indigeno di Nazaret (1954-1960), di cappellano di Salinas en Manaure (1960-1965).
Fu nominato vescovo il 29 settembre 1966 con il titolo di Vicario apostolico di Riohacha e vescovo titolare di Acque di Bizacena. Fu ordinato vescovo a Riohacha il 12 dicembre 1966.
nome: Livio
cognome: Fischione
nome da religioso: Reginaldo
luogo di nascita: Tornimparte (Aq)
data di nascita: 15/04/1925
vestizione: 14/07/1942
voti temporanei: 18/07/1947
voti perpetui: 19/03/1949
ordinazione sacerdotale: 19/02/1950
missionario: 31/10/1951
vicario apostolico: 12/12/1966
morto: 10/06/2009
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