Editoriale n. 259 luglio - agosto 2008  
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Leonessa e il suo Santo luglio - agosto 2008


Valori etici e interessi personali
di Anavio Pendenza

Non si può negare che c’è in Italia un generale malcontento, uno smarrimento e uno sconforto per il mancato miglioramento della qualità della vita sociale.
Esistono tuttavia uomini che gridano messaggi di ottimismo e di fiducia. Ma perché questa fiducia si diffonda è necessario che la politica, le istituzioni non si facciano guidare da interessi egoistici bensì dal bene comune.

I cambiamenti nella società sono sempre passati attraverso i conflitti tra classi sociali, tra vecchi e giovani, tra insegnanti e studenti, tra produttori e consumatori, tra abitanti della città e quelli della periferia, ecc. Scrive Ian Robertson: “Le cose che le persone vogliono, il potere, la ricchezza e il prestigio sono sempre scarse, e la loro domanda supera l’offerta. Coloro che controllano queste risorse riescono a proteggere i loro interessi a spese degli altri”.

C’è tuttavia un dato confortante: coloro che hanno lottato per il bene degli altri e hanno condiviso i valori fondamentali attraverso «un sistema organizzato stabile» hanno lasciato la «bussola» che ancora oggi orienta la vita di molti e alimenta la convivenza civile. Al contrario coloro che hanno lottato per il proprio profitto sono stati ben presto dimenticati da tutti.

Il bene comune passa solo attraverso il vaglio dei diritti umani che affermano valori etici fondamentali di cui l’uomo di ogni parte della terra ha bisogno e non devono mai soddisfare gli interessi individuali. Per fare il bene e proclamare la verità bisogna andare contro corrente, avere il coraggio, pagare il duro prezzo dell'incomprensione e della persecuzione. In questa società abbiamo bisogno di uomini che siano se stessi, che propongano i propri valori radicati nella coscienza di tutti e ancorati al messaggio evangelico e che ogni giorno vengano promossi, riaffermati e testimoniati.

Per quanto riguarda la piccola comunità leonessana, il miglioramento non può essere assicurato dal più «forte» ma da chi sa ascoltare la ragione anche degli altri e si offre come servitore della comunità. I numerosi punti di vista, infatti, messi insieme in un «sistema organizzato stabile» possono avvicinarsi alla verità. Leonessa può gloriarsi di aver avuto ordini religiosi, associazioni e uomini illustri che hanno lavorato per il raggiungimento di cambiamenti benefici.

Oggi non desta preoccupazione la conflittualità quanto la mancanza di guide che abbiano capacità naturali, preparazione culturale, impegno e sacrificio per trasmettere «segnali forti». Spesso dalle rivalità interne si sviluppa la «sindrome di fortezza» secondo la quale gli individui e i vari gruppi che operano nei vari settori della vita sociale si arroccano nel proprio ruolo e tendono a vedere gli altri come nemici. Come risolvere o affrontare questa situazione? Vincerà forse il più forte? Vincerà chi saprà trasformare il proprio gruppo in una squadra, dove ciascun membro può sviluppare le proprie risorse, le proprie abilità a beneficio di tutti.
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