Editoriale n. 260 settembre - ottobre 2008  
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Leonessa e il suo Santo
settembre - ottobre 2008


Ho fatto conoscere Leonessa
di Anavio Pendenza

Tutti proviamo il desiderio di gridare di fronte ad un’ingiustizia o di comunicare ad amici e parenti il dolore o la gioia che ci portiamo dentro.
Nella Sacra Scrittura e nell’agiografia dei Santi troviamo come i profeti e i santi si sentono spinti in modo imperioso ad annunciare la parola di Dio che risuona dentro di loro.

Anche il nostro Santo Giuseppe da Leonessa ha sperimentato qualcosa di simile: tramettere il messaggio di Cristo era per lui era un’esigenza vitale. L’uomo che fa l’esperienza dell’amore di Dio diventa amabile e portatore di amore. La sapienza divina si manifesta e si rende presente in tutti coloro che la cercano e la desiderano. Quando l’uomo si lascia guidare dal cuore e dalla ragione può trasmettere un raggio della bontà di Dio. Se poi riesce a vedere le cose con l’occhio di Dio può orientare le sue azioni e quelle degli altri alla verità di Dio.

E’ quanto può accadere per i leonessani e per coloro che vivono fuori che sulla base delle loro esperienze accumulate possono contribuire al bene del loro paese d’origine. Leonessa deve essere maggiormente conosciuta e amata dai suoi figli naturali. Ci sono mille modi per offrire un’immagine di Leonessa attraente e ospitale. Tanti hanno fatto la loro parte durante quest’estate, hanno cioé lavorato per il bene della comunità di Leonessa. Non posso nominarli tutti perché lo spazio è tiranno e poi il vero bene rimane nel tempo offrendo agli altri la credibilità della sua efficacia. Chi poi avrà agito secondo la logica di interessi personali, perdendo di vista il bene comune, rimarrà prigioniero della menzogna e ben presto sarà dimenticato da tutti.

Desidero ricordare gli sforzi dell’Amministrazione comunale, delle Forze dell’Ordine pubblico, delle varie istituzioni per ridurre al minimo i disagi legati all'improvvisa e breve invasione del turismo di massa. Si può apprezzare anche quel savoir-faire di coloro che hanno lavorato nell’ambito dei servizi.

Un turista mi ha familiarmente detto: “Quest’anno ho trovato più cordialità da coloro che mi hanno servito nei negozi o nei bar”. Ovviamente si deve riconoscere che si poteva lavorare meglio e di più. Mi riferisco a quello che hanno visto tutti: giardini incolti, panche distrutte, cassonetti vecchi, strade cittadine con segnaletiche non rinnovate, alcune strade delle frazioni con buche, ecc.

Il tutto certo contrasta con l’assegnazione al Comune, qualche anno fa, della Bandiera Arancione. Questo marchio intendeva stimolare la valorizzazione delle risorse locali, lo sviluppo della cultura e dell’accoglienza, lo stimolo dell’artigianato e delle produzioni tipiche, l’impulso all’imprenditorialità locale e il rafforzamento dell’identità locale. Quanto è stato fatto di tutto questo...? Questi obiettivi sono raggiungibili solo quando cittadini e governanti mantengono saldi quei valori che coincidono con la salvaguardia e la promozione dei diritti umani.
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