Editoriale n. 263 marzo - aprile 2009  
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Leonessa e il suo Santo
marzo - aprile 2009


Leonessa da riformare
di Anavio Pendenza

Abbiamo iniziato l’anno 2009 con la consapevolezza di tanti lavoratori che hanno perso il posto di lavoro nei diversi settori. Le cause che mettono in crisi larghe fasce dell’industria e del commercio sono complesse e non sono molto chiare. E’ certo, invece, che una piccola parte dell’umanità - il mondo cosiddetto industrializzato - sta vivendo al di sopra delle proprie possibilità.

Il governo italiano ha preso delle iniziative per rilanciare l'economia e per dare alle famiglie l’opportunità di vivere con dignità. Il piccolo comune di Leonessa cosa può fare per arrestare il declino economico? Negli anni del dopoguerra la crisi economica era drammatica per gli italiani; per tale crisi tanti leonessani lasciarono il loro paese alla ricerca di un lavoro nelle città vicine in particolare nella capitale. Questo esodo fu tamponato in parte dall’industria del legname della ditta “Bosi”, riacutizzatosi poi nel 1982 con il fallimento della stessa ditta.

Per arrestare il regresso in questi ultimi decenni di crisi si è puntato sul turismo ma poco si è fatto in questo settore, anzi abbiamo assistito all’abbandono di alcune strutture turistiche realizzate con tanto entusiasmo negli anni sessanta e settanta.

Se l’Italia dal 1950 al 1990 aveva conseguito un periodo di forte sviluppo economico, i nostri giovani leonessani - dopo il conseguimento di un titolo di studio - avevano trovato facilmente lavoro nelle città vicine a Leonessa. Dal 1990 ad oggi la crisi si è progressivamente acuita e le difficoltà da parte dei giovani di trovare occupazione sono aumentate. Certo le cause della crisi non sono recenti, tuttavia deve essere impellente oggi l’impegno da parte delle nostre Istituzioni a contrastare questa emorragia di declino. Per fermare questo progressivo regresso i nostri amministratori devono mantenere intanto quello che con sforzo in questi ultimi anni hanno ottenuto come l’assistenza sanitaria, la scuola, l’aiuto agli allevatori e agricoltori, ecc.

Devono poi compiere e con urgenza seri sforzi per donare speranza concreta di sopravvivenza ai pochi rimasti in questo paese. Se non si può puntare sul turismo religioso come la vicina Cascia e le cause di questomancato turismo sono sotto gli occhi di tutti, si può tuttavia guardare ancora con fiducia al turismo naturale, ambientale, gastronomico.

Per realizzare questo progetto è necessario che parallelamente vengano rispettati i principi ambientalistici condivisi ultimamente dai nostri amministratori provinciali e regionali. I fattori determinanti della crisi turistica di Leonessa non riguardano solo le infrastrutture, ma anche il mancato impegno in favore di questo settore. Le opportunità per realizzare questo sviluppo esistono, ma dobbiamo dire con rammarico che nei decenni passati si sono perse le occasioni di realizzazione di iniziative agrituristiche di promozione di prodotti agricoli locali fatta eccezione della “patata leonessana” ma che ancora non ha ottenuto ilmarchio di qualità D.O.P.

La vicina cittadina di Norcia può essere di esempio perché è riuscita a generare prodotti turistici e ha determinato condizioni stabili di sviluppo economico. Il turismo è un processo, ha bisogno quindi di progetti, disegni e capacità di coordinamento tra i diversi livelli di governo, da quelli locali a quelli provinciali e regionali. Il potenziale turistico richiede professionalità e a Leonessa mancano figure professionali che - con le loro capacità gestionali e creative - possono inserirsi nel settore turistico.

Affidiamo, dunque, lo sviluppo di Leonessa ai cittadini e agli amministratori perché insieme possano proporre una metodologia di analisi, di progetti turistici fattibili e promuovere un piano mirato alla valorizzazione, organizzazione e promozione delle risorse di unicità e tipicità di questo territorio.

E’ necessario disporre di una solida base di conoscenza della realtà locale per sapere ciò di cui si dispone e ciò che viene richiesto dalmercato. I principi interrogabili devono essere i seguenti:
• qualsiasi sviluppo non deve pregiudicare l’equilibrio del nostro ambiente sia quello naturale che storico;

• le scelte in questo settore devono essere in armonia con i principi di sviluppo tracciati dalla Regione e dalla Provincia.
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