Editoriale n. 267 novembre - dicembre 2009  
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Leonessa e il suo Santo
novembre - dicembre 2009


Il convento di Leonessa Casa di Formazione per i Postulanti del centro Italia
di Anavio Pendenza

Dal 15 ottobre 2009 il nostro convento di Leonessa si è trasformato in luogo di formazione per i giovani che desiderano abbracciare la vita religiosa. In questa comunità il Postulante può approfondire la sua comprensione della vocazione cappuccina francescana.

Dopo quest'anno i candidati entreranno al noviziato di Camerino nelle Marche. Così per il convento di Leonessa si è aperto un orizzonte carico di nuove prospettive; anche la parrocchia di Leonessa e le parrocchie delle frazioni beneficeranno della presenza dei postulanti; il loro programma educativo, infatti, include alcune forme di servizio pastorale nelle parrocchie. Questa bella notizia mi dà lo spunto per una riflessione sulla vocazione religiosa. Il concilio ecumenico Vaticano II ha riaffermato «la vocazione universale alla santità nella Chiesa». La santità non è una mèta solo di pochi privilegiati: è un dovere di tutti i cristiani ed è possibile a tutti in qualsiasi condizione o ufficio che devono svolgere. Gesù, infatti dice ai suoi discepoli: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" (Mt. 5, 48).

i postulanti nel chiostro del convento

La vocazione ad essere frate o suora non indica un livello più alto di perfezione, indica solo la forma di vita di chi vuole essere perfetto come il Maestro Gesù. A chi sceglie di essere frate è rivolta la stessa proposta che fece Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". (Mt. 19, 21).

La perfezione cristiana è il pieno sviluppo della vita soprannaturale della carità attraverso l'esercizio delle virtù cristiane che conformano all'unica via di Cristo, la cui suprema aspirazione era il compimento perfetto della volontà del Padre. La perfezione cristiana richiede la pratica dei cosiddetti «consigli evangelici» per potersi dire sul serio imitatori di Cristo morto e risuscitato. Senza la castità, senza l'obbedienza, senza la mortificazione non siamo copie di Cristo, non ci si fa santi, non si può entrare nel regno dei cieli. Ne consegue che non è lo stato religioso ad imporre la perfezione, bensì il cristianesimo stesso. E la vocazione alla vita religiosa non si può nemmeno dire che sia uno stato di vita in cui più facilmente si può raggiungere la perfezione umana e cristiana.

La vocazione religiosa è una via di perfezione in cui si tende alla perfezione evangelica praticando le rinunce proposte da Gesù Cristo. S. Francesco inizia infatti la sua Regola per i frati con queste parole: "La vita dei frati minori è questa: osservare il santo Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità". La vita religiosa così concepita, si esprime poi concretamente nella comunità religiosa.

Alla luce di quanto si è detto sopra auguro ai nostri postulanti del convento di Leonessa - attraverso un graduale adeguamento psicologico e spirituale - un clima di serenità e sotto la guida esperta del maestro possano studiare a fondo la loro vocazione.

Auguro ancora un'opera educatrice che si rivolga a tutta la persona del giovane sotto l'aspetto umano, culturale e spirituale perché questi, nel rispetto della sua personalità, si evolva in maniera armonica ed equilibrata nella vocazione divina che ha liberamente accolta e verso il definitivo inserimento nella comunità religiosa.
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