Editoriale n. 296 - settembre - ottobre 2014  
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Leonessa e il suo Santo
settembre - ottobre 2014


Leonessa che vogliamo...

di Anavio Pendenza


Con queste righe vorrei soffermarmi sui punti forti e deboli di Leonessa. Mi è più facile farlo dopo il periodo estivo pieno di eventi ricreativi, culturali e religiosi e dopo le due manifestazioni, la festa del Santo Patrono e la Sagra della Patata. Per un paio di mesi i leonessani hanno potuto rivedere e salutare le persone amiche, i parenti e qualche turista. Hanno così potuto dare voce ai loro sentimenti e parlare liberamente di tante cose, in particolare dei problemi del loro paese. Nelle pagine della nostra rivista spesso si è scritto sulle problematiche di Leonessa è si è data anche qualche valida indicazione per risolverle. Nell'ultimo numero in particolare con due articoli: uno è quello di Mons. Giuseppe Chiaretti "Beni culturali ecclesiastici nel leonessano", e l'altro è l'articolo del dott. Mauro Zelli "Urbis Leonissae". Credo che l'ostacolo più grande che frena ogni buona soluzione alla crisi leonessana sia lo spopolamento. Già cinquant'anni fa, nel primo editoriale della rivista, Andrea D'Ascanio scriveva così: "Il lavoro, lo studio e il desiderio d'evasione fanno prendere a molti, a troppi la strada di Roma, dell'estero. Tanto esito è amaro per chi resta; forse lo è di più per chi parte". E allora Leonessa e frazioni si attestavano sui 4.500 abitanti. Oggi gli abitanti si sono ridotti a circa la metà! Per questo spopolamento gli organizzatori delle feste, la Pro loco, gli amministrtatori, gli operai del Comune, le Forze dell'Ordine Pubblico, i parroci e i volontari hanno trovato serie difficoltà per offrire ai villeggianti i servizi necessari.

Senza scendere nei particolari per attestare la validità delle mie parole, mi limito solo a formulare qualche interrogativo. Perché il turismo non è il volano del territorio? Quando ci sarà la possibilità di vedere qualche posto di lavoro per i giovani costretti a trovar lavoro altrove anche fuori dell'Italia? Perché manca una politica dello sviluppo del territorio? Quale futuro per ridargli identità e attrattiva? Come custodire, conservare il ricco patrimonio artistico di Leonessa? Credo che qualsiasi risposta non possa prescindere dall'analisi dello spopolamento e dall'invecchiamento; a Leonessa infatti la popolazione è formata prettamente da anziani con oltre 65 anni con pochi bambini e pochi giovani!

E una comunità che perde gli abitanti, smarrisce la propria identità, il patrimonio culturale si deteriora, le attività economiche vengono abbandonate e aumenta il rischio del dissesto idrogeologico. In Italia ci sono 5.683 comuni con meno di 5.000 abitanti, nei quali vivono oltre 10 milioni di persone, pari al 17% della popolazione complessiva; alcuni comuni si danno da fare per contrastare lo spopolamento coinvolgendo i cittadini per creare occasioni di lavoro e sfruttare potenzialità di sviluppo locale. In alcuni comuni d'Italia sono nate le "Cooperative di Comunità", che hanno creato opportunità di lavoro attraverso molteplici attività: servizi socio-assistenziali di pubblica utilità e di tutela ambientale, gestendo attività turistiche, commerciali e agricole. La presenza delle cooperative ha prodotto una generale ricaduta positiva su tutta la comunità. Queste e altre iniziative potranno consentire di mantenere vive comunità di montagna e i benefici non sono solo per le comunità ma per tutta l'Italia. Acune comunità di montagna dimostrano già la validità delle cooperative. Tra i numerosi esempi posso citare la cooperativa "I Briganti di Cerreto" che ha sede a Cerreto Alpi, un comune di Collagna (Re) (www.legacoop.coop/cooperative-di-comunita/alcuni-esempi).

Leonessa, celebrazione settembrina di S.Giuseppe 201 Leonessa 12 settembre 2014, festa di S. Giuseppe: i fedeli dopo la processione delle ore 17 ascoltano il discorso di P. Carmiine Ranieri. Si nota quest'anno nella piazza meno partecipazione di popolo, e ciò dipende sia dallo spopolamento, sia dalle persone anziane che ci hanno lasciato e sia dalla difficoltà da parte degli oriundi di ritornare alla festa dopo le ferie di agosto. Alcuni nell'accomiatarsi usano la comune frase: "Ci rivediamo per la Sagra della patata".

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